18 febbraio 2015

Recensione: Il ritratto di Dorian Gray, di Oscar Wilde.

Buon giorno, Lettori, benvenuti nel Covo *gesto ampio con le braccia*
Ho una fame tremenda! Sono un essere in costante cerca di cibo, *sospira*.
Ah, finalmente una recensione! Abbiamo qui con noi un romanzo d'eccezione, già protagonista di un Teaser Tuesday.
L'ho finito appena mezz'ora fa, e mi sono fiondata sul computer per esprimere pareri a freddo (e non).
Vi presento...


Titolo: Il ritratto di Dorian Gray
Titolo originale: The picture of Dorian Gray
Autore: Oscar Wilde
Editore: Mondadori
Collana: Oscar Classici
Pagine: 249
Prezzo: 7,40 
Anno: 1981




Trama:
Apparso nel 1890 e accolto dalla critica vittoriana con scandalo e furiose polemiche, il ritratto di Dorian Gray costituisce una sorta di manifesto del decadentismo inglese. Il romanzo narra la vicenda del bellissimo Dorian che ottiene di conservare intatte gioventù e avvenenza, nonostante le mille dissolutezze cui si abbandona. Sarà infatti un suo ritratto, tenuto opportunamente nascosto, a invecchiare al suo posto. Libro che è quasi un compendio della "filosofia" wildiana nella sua ricerca della sensazione intensa e rara, nella negazione di ogni credo o sentimento diverso dal piacere, Il ritratto di Dorian Gray sottolinea con forza la supremazia dell'artista sulle leggi morali e sulle convenzioni sociali. Idee che Wilde praticò e pagò in prima persona, volendo "vivere la propria vita come un'opera d'arte" e difendendo, attraverso la grazia scherzosa e paradossale del suo inimitabile stile, i valori dell'arte, della cultura, dell'uomo.


Valutazione: cinque fiocchi di neve


Alcune considerazioni: iniziai a leggere questo libro alle medie, ma lo abbandonai. Lo sentivo troppo antico e pesante per me. Sono cresciuta, e ho ritentato la sfida, augurandomi di non lasciare il libro a poche pagine dall'inizio, e infatti, eccomi qua a recensirlo.
Wilde ha costruito una storia affascinante e piena di reticenze, sono stata magneticamente attratta dal suo stile e dal contenuto del romanzo, e mi sono sentita nella "Londra bene" di fine '800.
Tutta la storia è incentrata su Dorian Gray, un ragazzo bellissimo, riccio, biondo e occhi azzurri. Descritto come dalla bellezza ammaliante, diventa ben presto la musa ispiratrice di un pittore, Basil Hallward
E qui io ho immaginato la più grande storia d'amore, ho shippato incredibilmente questi due, ma ahimè questo desiderio non si è compiuto e Basil avrà un ruolo sin troppo marginale, per come lo avevo figurato. Molto più influente sarà invece Lord Henry Wotton e le sue massime, che investiranno Dorian sin dal primo incontro e modelleranno il suo pensiero, modificando la sua vita e condannandolo. Avrà infatti un eterno legame con il quadro dipinto da Basil raffigurante il giovane Dorian.
Infatti, questo dipinto avrà la macabra caratteristica di raffigurare l'anima del giovane, e più lui si concederà alle passioni della nobile vita mondana, tanto più il quadro darà un'immagine squallida. Dorian, accortosi di questo, nasconderà la sua anima alla vista di chiunque e mostrando per quasi vent'anni la stessa, splendida maschera di giovinezza.
Credo di poter dividere il romanzo in due parti, perchè dal capitolo undicesimo abbiamo un piccolo "salto" di narrazione, dove innanzitutto sono descritti gli anni di lusso e frivolezze, ma anche passioni e perversioni di Dorian, e successivamente si viene catapultati diciotto anni (circa) dopo la prima crudeltà compiuta da Dorian a Sybil Vane, splendida attrice con cui Dorian avrà una relazione amorosa.
Piccola parentesi: lusso e frivolezze sono desritte con un elenco di tutto ciò in cui viene in possesso Dorian nelle sue collezioni (tessuti, pietre preziose...) mentre le passioni e le perversioni vengono molto citate, ma mai descritte, il che mi ha lasciato un po' di amaro in bocca (non me ne vogliate).
I luoghi sono strepitosi, Wilde ha uno stile descrittivo raffinato e singolare, totalmente nuovo per me.
Le emozioni... dunque, no. Sono state emozioni differenti da quelle che si provano leggendo letteratura dei nostri giorni (distopici o YA), ma è stato molto forte trovare aforismi e pensieri che ho trovato geniali, se non addirittura moderni e adatti al nostro secolo. 
Come dicevo prima, la narrazione e l'inserimento di queste perle di saggezza, unite ai dialoghi accattivanti, hanno reso il romanzo magnetico, nonostante non abbia grandi colpi di scena. Ecco, noi conosciamo i dettagli e i segreti di Dorian, ma c'è una netta separazione tra lettore e storia: mi sono sentita una comune spettatrice (benchè la qualità sia alta, per carità).
Traspare dalle descrizioni una grande conoscenza del mondo classico, una eccellente cultura generale e anche un po' di cinismo.

Concludendo: credo sia una lettura formativa, sicuramente ha raffinato i miei target e ha ampliato i miei sensi di lettrice. Mi ha fornito una finestra sulla società inglese di fine Ottocento secondo Wilde, col suo sfarzo e il suo marcio. Complimenti.


Oscar Wilde
Autore:
Oscar Wilde (1854-1900), irlandese, fu tra i più grandi scrittori di fine ‘800. Dalla scrittura apparentemente semplice e spontanea, ma sostanzialmente molto ricercata, il suo obiettivo era quello di invitare i suoi lettori alla riflessione. Ricevette un'educazione classica e fu premiato più volte per i suoi meritevoli risultati scolastici. Fu anche poeta e drammaturgo; tra le sue opere più famose si ricorda Il fantasma di Canterville e Una tragedia fiorentina. Una frase in una lettera da lui scritta, diceva che, in Il ritratto di Dorian Gray, Basil Hallward è quello che egli credeva di essere, Henry Wotton era come il mondo dipingeva lui stesso e Dorian Gray è quello che a lui sarebbe piaciuto essere.

A proposito del film, tratto da questo libro:
Poster del film, del 2009
Non ha niente a che vedere col romanzo.
Non che non l'abbia apprezzato, semplicemente non aspettatevi una fedele riproduzione di questa opera.
Ha un'atmosfera leggermente più gotica e horror rispetto ai toni del libro, molte cose sono sottintese o date per scontato, i dialoghi raramente rispettati e personaggi tagliati fuori dalla sceneggiatura. Lo stesso Dorian è scuro, al contrario del romanzo. E altri aspetti sono sviluppati, mentre nel libro sono inesistenti o appena accennati.
Nel film Dorian intratterrà una relazione amorosa con la figlia di Henry Wotton, assolutamente inesistente all'interno della "storia originale". 
Per cui, se guarderete il film, aspettatevi una libera interpretazione del libro, non una riproduzione fedele. 
(io l'ho guardato in inglese coi sottotitoli in romeno, ma vi assicuro che rende molto ugualmente)
Nonostante il Dorian del film non sia fedele al Dorian romazesco, ho subìto un'incredibile cotta per l'attore che lo interpreta (Ben Barnes, qui sotto), forse aiutato dai meravigliosi abiti e dall'ambiente, o dallo stupendo taglio di capelli...*sospira*

Dorian (Ben Barnes, sbavo) e il ritratto.

Bevanda: Tè verde
Snack: Noci
Musica: Io l'ho letto ascoltando Somebody that I used to know di Gotye


Cosa ne pensate? Cosa state leggendo attualmente?
A presto,
Taylor.

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